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martedì 17 luglio 2012

La piaga degli incendi

Nei giornali e telegiornali italiani, in questi ultimi 2 giorni, si è parlato diffusamente della brutta domenica che c'è stata in Sardegna, e in particolare nella zona nord orientale a causa di numerosi roghi.
Sospinti da un incessante vento di maestrale che soffiava da nord-ovest, i roghi hanno fatto passare un pomeriggio di apprensione agli abitanti di vari paesi e borgate e un pomeriggio di lavoro a corpo forestale e vigili del fuoco.

Della piaga degli incendi e del rapporto con questa terra, se ne è parlato tanto. E molte cose corrette sono state dette vicino ad alcune stupidaggini.

Noi che viviamo tutto l'anno in queste zone, e che cominciamo ad avere una certa memoria ed esperienza delle cose che si spinge fino a tutti gli anni '80, sappiamo che i discorsi a mente calda, non appena i fatti sgradevoli sono accaduti, sono di un tenore mentre i discorsi a mente fredda sono di un altro.
Come in tutte le cose il problema non va minimizzato ma neppure amplificato per esigenze di spettacolarizzane televisiva o comunicativa.
Gli incendi boschivi sono un problema della Sardegna da moltissimi decenni.
Forse in prima battuta sono nati semplicemente per strappare ai numerosissimi boschi aree di territorio da adibire a pascolo. Se osserviamo la cosa con gli occhi di un pastore di qualche centinaio di anni fa la cosa non fa una piega.
La Sardegna è un territorio veramente ampio, costituito in gran parte di aree boscate difficilmente raggiungibili a causa della loro asperità. Nei secoli passati la copertura boschiva era incredibile e quindi l'uso di incendi per aumentare le aree coltivabili o, meglio, da adibire al pascolo non creava molti problemi.
Ma ciò che è utile e funzionale in un momento può diventare non funzionale e dannoso con il cambio di alcuni paramentri.

Nell'800, la Sardegna è stata svenduta a individui con pochi scrupoli che la hanno letteralmente disboscata per ricavare carbone e legnami per le ferrovie. Tutto ciò è stato fatto in modo selvaggio e senza il corretto ritorno economico per gli abitanti del luogo.

Su questa base, la distuzione di altre zone boscate, è cominciato a diventare un problema. Da lì a trasformare gli incendi in un'arma di pressione psicologica o veri e propri strumenti di danneggiamento o di intimidazione, il passo è stato breve.
Spesso, nei decenni addietro, alcuni individui hanno pensato bene di appiccare gli incendi come atti terroristici. C'è chi lo faveva per motivi politici, chi per motivi anarchici, chi per la difesa della propria indipendenza. Forse alcune di queste idee avevano e hanno il loro fondamento.... non sappiamo! Ma di sicuro incendiare ettari e ettari di territorio per rivendicare qualcosa trasforma la migliore delle idee in un qualcosa di pessimo.

Nel corso degli ultimi anni, il fenomeno incendi ha subito però una notevole riduzione. Sia in termini di numero di roghi che in termini di superficie bruciata. Un migliore sistema di prevenzione e di lotta agli incendi ha contribuito a questo come alcuni provvedimenti legislativi.
Un periodo non pochi roghi dolosi avvenivano per regalare questo territorio sottratto all'ambiente all'edificazione selvaggia. Cosa che da molti, molti anni non è più possibile.

Purtroppo qualche imbecille che si diverte a vedere che succede appiccando un incendio che possa minacciare paesi e strade c'è sempre. La stupidità umana alcune volte non ha veramente limite.
Anche perchè praticamente il 99% degli incendi è di natura o dolosa o colposa. Gli incendi per autocombustione sono un fenomeno talmente raro che è quasi inutile prenderli in considerazione.

La scorsa domenica la città di San Teodoro ha subito parecchi danni a causa di un incendio che si è avvicinato fin troppo ad alcuni sobborghi e villaggi del paese. Purtroppo ci sono stati anche dei feriti per colpa dell'esplosione di alcune bombole non viste dentro un capanno degli attrezzi fuori paese. Ci dispiace per loro.
Così come dispiace oggi vedere alcune colline circostanti il paese senza la caratteristica macchia mediterranea ma vedere al suo posto una coltre di arbusti neri e scheletriti nel mezzo della cenere.

Un dubbio sorge in noi. Possibile che dietro questo incendio doloso non ci sia qualcuno a cui piaccia e convenga creare un fattore di disturbo nei confronti del sistema turistico sardo?
Questa è una tesi che a più riprese è stata vagheggiata da amministratori e persone della strada. E che ha più di un fondamento.

Perchè chi viene in Sardegna, ha una percezione di questo (brutto) argomento più vicino alla realtà.
A San Teodoro non ci sono incendi ogni 2 mesi o ogni anno.
Non qualcosa di frequente o di particolarmente pericoloso.
Gli incendi sono un problema per il territorio e non per il turista.
Ma, dispiace dirlo, i mass-media nel loro quotidiano lavoro di DIS-informazione danno questa immagine.

A noi, sardi da generazioni, nati e cresciuti in queste zone, piange il cuore vedere decenni di vegetazione venir distrutta in un pomeriggio senza costrutto alcuno.
Ma se le cause di questi incendi sono davvero mettere in cattiva luce i luoghi turistici sardi, perchè cadere nella trappola.?

Saludos a tottu.

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