Pagine

giovedì 11 aprile 2013

La proposta di acquisto

Nel procedere in un acquisto immobiliare è importante tenere presente alcuni passi fondamentali che ne contraddistinguono l'evoluzione.

In primo luogo abbiamo la definizione delle proprie esigenze.
In secundis la ricerca vera e propria dell'immobile giusto per noi all'interno del budget che ci siamo ripromessi.
A quel punto si passa alla fase più formale della vicenda.
Soprattutto in questi ultimi tempi, in cui il potere contrattuale dell'acquirente si è rafforzato, la forbice fra la domanda e l'offerta in termini di prezzo si è ampliata.
In questo contesto, abbiamo un prezzo richiesto e potrebbe esserci un prezzo offerto. Naturalmente al ribasso.

Questo prezzo offerto al ribasso si attua all'interno della fase della proposta di acquisto
Ovvero sulla presentazione di una offerta di acquisto scritta nei confronti del proprietario.

Su questa passaggio formale, sui suoi contenuti, sulla sua valenza giuridica e le sue implicazioni normativi e civilistiche se ne è discusso e se ne discute ancora.
In realtà le norme sono molto chiare ma le prassi e le consuetudini che si formano sono molto varie.
Ne vedremo alcuni aspetti in seguito.
Dopo aver sottoscritto una proposta di acquisto (PDA), vednitore e acquirente si ritrovano per sottoscrivere quello che è il vero e proprio contratto preliminare di compravendita, detto anche compromesso di vendita.
Si tratta di un contratto, per cui è necessaria la registrazione, in cui la parte acquirente si impegna a cmprare in data futura certa da un venditore che si impegna a vendere sempre entro la data concordata.
Tale impegno a comprare viene pagato con una somma (generalmente un 20% dell'imposto di vendita ma ogni tipo di accordo è possibile) che diventa caparra confirmatoria. La parte che non ottempera agli accordi di compromesso perde una somma pari alla caparra. L'acquirente non rivede più i soldi dati (20%) mentre il venditore, nel caso in cui non ottemperi agli impegni, deve rendere ciò che gli è stato dato e in più pagare una quota uguale. Quindi, tirando le somme, il doppio della caparra.
Alla fine, vi sarà un ultimo atto che è il passaggio di proprietà completo dell'immobile dal venditore all'acquirente dinnanzi ad un notaio sotto forma di atto pubblico detto rogito notarile. In questa sede l'intero prezzo pattuito sarà pagato e l'immobile verrà trasferito di proprietà con relative pubbliche trascrizioni.

Come dicevamo, la fase più "calda" dell'acquisto è la fase della PDA. In questo momento, chi compra ha forse ancora varie opzioni e la sua attenzione può essere distratta da altre soluzioni immobiliari o da pensieri di sospensione o rinvio dell'acquisto.
In particolare se ci riferiamo all'acquisto di un immobile come seconda casa o casa vacanza per cui la questione "urgenza" o tempo, sono relativi.

Ma cosa è esattamente una "proposta di acquisto"?
Una PDA è la comunicazione da parte del compratore che è disposto a comprare un certo immobile ad un certo prezzo in certi tempi. E' una comunicazione formale e l'inizio di una trattativa seria.
Senza una PDA non vi è una trattativa seria.
Chiedere, ad esempio, all'intermediario di verificare se il venditore sarebbe disposto a vendere ad un certo prezzo è una richiesta abbastanza illogica.
Immaginiamo che un certo immobile sia in vendita a 185.000 euro.
Il signor Mario Rossi, potenziale acquirente, vede l'immobile e lo reputa sufficientemente aderente alle sue esigenze. Lo comprerebbe ma non a quel prezzo. Potrebbe non avere i soldi o non ritenere che quell'immobile valga quel prezzo!
Magare, forse, dipende...... Ma se costasse un 150 mila euro, egli lo comprerebbe.
Cosa dovrebbe fare il signor Rossi?
Sottoscrivere una proposta di acquisto! E proporre 150 mila euro.
A quel punto il venditore avrebbe una richiesta concreta, definita, reale, nominale (si legge chi la fa!) e con date di acquisto circostanziate. Avrebbe, insomma, tutti i dati per poter prendere una decisione.
E potrebbe dare subito riscontro al potenziale acquirente della propria decisione con una firma che certifica che la proposta è stata accettata.

Ma se si fa una PDA ci si vincola all'acquisto?
Ovviamente si. Ma entro certi limiti.
Innanzitutto ci si vincola perchè si sta proponendo di comprare una casa. E quindi non si sta giocando e facendo perdere del tempo a nessuno. Se l'acquirente potenziale offre una certa cifra appare logico che egli intende comprare a quella cifra, quindi non si comprende perchè egli debba aver paura di essere vincolato.
Ma entro certi limiti perchè è prassi mettere lì una somma relativamente piccola (generalmente 3 o 5 mila euro) come dimostrazione della propria serietà nella proposta. Ed entro certi limiti perchè solitamente i 5000 euro versati all'accettazione della proposta risultano essere "deposito cauzionale" e non "caparra confirmatoria". Ovvero sono un deposito creato in attesa di incontrarsi per il compromesso o contratto preliminare. Deposito che diventerà caparra solo al momento della sottoscrizione del contratto preliminare.

Perchè questa differenza?
Perchè la PDA ha come oggetto principale della trattativa il prezzo e le tempistiche dell'acquisto.
Vengono lasciate fuori dalla PDA molti altri aspetti che sono fondamentali in fase di contratto preliminare. Aspetti relativi al controllo della documentazioni e alla definizione di alcuni aspetti della vendita della casa. Soprattutto se la casa è nuova o addirittura in costruzione.

Che si fa quindi se uno sottoscrive una PDA e poi la cosa salta e non si va al compromesso? Occorre creare differenze fra una PDA che "muore" per mancanza di colpa delle parti o per presenza di colpa.
La somma depositata è un deposito e in quanto tale va restituito alla parte acquirente.
Salvo verificare che ci sia stato un danno reale alla parte venditrice. Ma queste sono questioni che il codice civile disciplina in ogni tipo di rapporto contrattuale di compravendita. Che si tratti di case o scatole di fiammiferi.

Di sicuro sappiamo che se l'intermediario lavora bene e secondo le regole etiche della sua professionalità, tutti gli aspetti importanti che potrebbero far saltare un compromesso dovrebbero essere già stati trattati con il potenziale acquirente.
Se ad esempio si sta vendendo un immobile uso ufficio come seconda casa e si narsconde la cosa all'acquirente, è logico che egli non vada al compromesso benchè abbia sottoscritto una PDA.
E' è logico che in questo caso egli abbia anche diritto a risarcimento danni per il tempo perso (oltre il rimborso del suo deposito).
Il potenziale acquirente non avrebbe mai fatto una PDA se avesse saputo che quello che andava ad acquistare non era un immobile residenziale.
Torneremo sull'argomento.......

Saludos a tottu.

sabato 6 aprile 2013

La richiesta di informazioni via internet su soluzioni immobiliari

Internet è diventato il mezzo preferito dalle persone per cercare soluzioni immobiliari adatte alle loro esigenze o il modo prediletto per cercare le occasioni, quelle che volgarmente vengono chiamate occasioni ma che poi non si sa mai se lo siano o meno....

Il potenziale acquirente di immobili, per prima cosa va sul web e cerca.
Cerca sui siti di annunci generici, cerca sui siti di annunci specializzati, cerca sui motori di ricerca.

Effettivamente è un sistema che permette di visionare in fretta una grandissima quantità di materiale.
E se la qualità delle inserzioni fosse omogenea, sarebbe anche un metodo veloce di comparazione delle offerte che il mercato propone.
Ma dobbiamo evidenziare che ciò non avviene.

Chi mette le inserzioni lo fa in base ad un proprio criterio e in base ad un proprio schema qualitativo. E questo, purtroppo, non permette di far scegliere la cosa giusta a chi cerca.
In gergo, si chiama "asimmetria informativa". Ovvero una parte del mercato (chi vende) sa cose che l'altra parte del mercato (chi compra) non sa.
In questa situazione chi compra decide in base ad una incompletezza o scorrettezza delle informazioni.
Facciamo degli esempi per capirci........

Se vado su un sito di annunci, posso digitare la zona che mi interessa. Poi posso inserire altri parametri sulla casa che cerco: dimensioni, numero di stanze da letto, presenza di giardino, etc. Diciamo che cerco un trilocale a Budoni con giardino e posto auto interno. Digito e il sito mi mostra un elenco di soluzioni. Tanto più è generale ciò che cerco tanto più ampio sarà l'elenco.
Ma questi immobili, che il sito mi genera, sono molto spesso ben diversi tra loro.
Perchè chi ha inserito gli annunci spesso usa criteri diversi per valutare le cose.
Ad esempio criteri per stabilire quale sia la dimensione della casa o per valutare se esiste o meno la vista mare.

Si potrebbe dire che in questo caso ci possa essere un pò di scorrettezza da parte di chi inserziona. Beh, si. In alcuni casi la cosa è fatta senza la consapevolezza della gravità della scorrettezza. In alcuni casi potrebbe essere stato fatto anche in buona fede.
Comunque la lista non è omogenea. E non è possibile per chi sceglie valutare e paragonare le soluzioni proposte. Anche perchè la quantità di materiale che internet può riversare sull'utente è incredibile. E questo, anzichè semplificare, peggiora la situazione.
Un pò come quando si va in quei grandi centri commerciali in cui sono in vendita capi di abbigliamento anche carini ma talmente addossati gli uni agli altri che passa anche la voglia di esaminarli. Non so se la sensazione è condivisa ed è capitata anche a voi......

Di questo periodo si incorre in un grosso errore anche nel selezionare gli immobili per prezzo. Digito una cifra massima (ad esempio 150.000 euro) e vedo quali immobili in quella zona vengono venduti a prezzi minori del mio limite di spesa. In questo modo, alcuni inserzionisti hanno l'attitudine a mettere sul web soluzioni immobiliari "civetta" a basso prezzo che in realtà non forniscono una qualità minima decente per essere acquistati. Ma servono ad attirare l'attenzione. E una volta contattata l'agenzia o il venditore, costui propone un'altra soluzione a maggior costo.
Oppure potrebbe capitare che il prezzo possa essere trattabile e in questo modo (mettendo come limite perentorio 150 mila euro sulla scheda di ricerca) si esclude PROPRIO l'immobile giusto per noi che costava 155 mila euro ma che, contrattando, si sarebbe potuto acquistare per 145 o 140 mila euro.
Si capisce il senso della cosa?

In realtà la cosa da fare sarebbe
1) definire esattamente cosa si sta cercando e cercare di visualizzare al meglio le proprie esigenze.
2) affidarsi ad una o più agenzie, scegliendo quella che ci pare più incline a dare un servizio di qualità.
3) spiegare cosa si cerca.
4) esaminare le soluzioni che ci vengono proposte in base alle nostre indicazioni.

Forse anche qualcuno dei lettori del blog, ha inserito su siti come www.casa.it o www.immobiliare.it (per citarne solo 2) delle richieste di informazioni generiche.
Del tipo: "Cerco casa trilocale a Budoni fra 100 mila e 150 mila euro".

La nostra agenzia ha circa una 50 di soluzioni a Budoni entro questa fascia di prezzo.
Come è possibile intuire quale sia la soluzione giusta?
Bisognerebbe prendere delle case in modo casuale e inviare delle proposte.
Ma succede che la stessa richiesta generica arriva anche ad altre 4 o 5 agenzie immobiliari. O anche di più talvolta.
Quindi, dopo aver richiesto informazioni, sulla propria casella di posta elettronica arrivano dalle 20 alle 50 proposte immobiliari.
E quindi torniamo a bomba su quanto detto prima.

Il nostro consiglio è di contattare le agenzie e scegliere le agenzie con cui trattare.
E in un secondo momento defnire cosa si sta cercando. Si fa sempre in tempo, se l'agenzia scelta non ci propone niente di bello, a ritornare alle agenzie che si erano scartate.
Ed evitare di mandare richieste generiche su portali immobiliari.

Saludos a tottu.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...