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giovedì 20 ottobre 2011

Decidere di comprare o non decidere di comprare? Questo è il problema!

Quando un cliente va a vedere degli immobili per comprare, non sempre ha deciso di comprare.
Può sembrare strano ma è l'assoluta verità!
Innanzitutto c'è chi va a visitare immobili per il puro piacere di farlo.
Non sa cosa vuole perchè non ha deciso che vuole qualcosa.
Va in giro. Punto e basta!

Forse lo fa perchè in quella giornata non vi era nient'altro da fare o forse perchè vuole un pò capire come funzionano le cose.
Più che voglia di acquistare, è curiosità del percorso che porta all'acquisto di una casa.

Di base non vi è neanche niente di male in tutto ciò. Forse l'unica cosa non propriamente corretta in tutto ciò è non informare l'interlocutore che funge da guida di queste intenzioni.

Per un agente immobiliare è cosa ben diversa che portare un potenziale cliente a vedere degli immobili piuttosto che portarci qualcuno che vuole solo farsi un'idea. Questo è comprensibile.
Magari il timore del potenziale cliente è che, se confessa le sue reali motivazioni, l'agente immobiliare potrebbe decidere di non portarlo a visionare case.
E in effetti questo pericolo esiste ed è anche fondato. Diciamo che sta nella professionalità e nella lungimiranza dell'agente compredere la situazione e offrire sempre un cordiale e completo servizio.

Ma che succede a chi vuole effettivamente comprare quando trova una casa che gli piace?
In realtà vi è sempre un tentennamento. Qualcuno dice che comprare una casa non sia come comprare una camicia o un paio di scarpe. Forse è vero ma forse no.
La mia idea è che semplicemente, quando qualcuno ha comprato molte volte delle scarpe, ha le idee molto più chiare sul fatto di comprare scarpe. Tant'è che quando si ha a che fare con qualcuno che ha fatto molte volte delle compravendite immobiliari, costui ha un atteggiamento molto leggero e diretto.
Quasi se stesse comprando un paio di scarpe, appunto.....

Quindi la titubanza sta tutta nell'insicurezza. E l'insicurezza spesso è totalmente legata a fattori personali e non a fattori della trattativa. A questo punto, ragionarci su, aspettare, tergiversare, è praticamente inutile in quanto chi compra se deve sbagliare, lo farà comunque.
Diverso è se esistono fattori oggettivi che devono essere compresi, analizzati, valutati e presi in considerazione.
Ma a questo punto, anche il dialogo è molto semplice.

Da poco mi è capitato che un cliente mi dicesse che non voleva comprare una casa che gli era stata mostrata perchè riteneva il luogo in cui veniva costruita "troppo isolato". Appena mostrata obiezione, compresi che si trattava di una falsa obiezione. Il cliente sapeva dove le case sarebbero sorte già prima di visionarle. E nel momento in cui le stava visionando non mi disse niente a riguardo nè toccammo quel tasto. Fu qualcosa che saltò fuori il giorno dopo a mente fredda. 
C'era qualche altra cosa!
Lo dissi al cliente il quale dopo un paio di tentativi (andati a male) di convincermi di quella falsa verità, mi disse che in effetti vi erano vari motivi che lo portavano a scegliere un'altro immobile (tra l'altro posizionato in una località altrettanto "isolata" quanto la prima).
Al che chiesi il principale, suggerendo di tralasciare i motivi minori.
L'obiezione fu quindi che anche i figli avevano mostrato i loro dubbi e perplessità sull'immobile. O meglio sulla sistemazione in generale, i vicini, la presunta mancanza di servizio, etc.
Ma i figli non avevano visto l'immobile ed erano rimasti a casa loro, proprio oltre il Tirreno! E proprio i figli avevano dato un primo parere positivo del materiale (foto e planimetrie) dell'immobile!
Chi aveva suggerito ai figli le perplessità? Non erano certo le loro!
Alla fine, dopo un continuo insistere da parte mia, saltò fuori la VERA obiezione.
E cioè il cliente mi disse che aveva paura per l'affidabilità del costruttore.
Questa era la VERA obiezione.
Ed era anche probabile che quell'obiezione fosse anche stata suggerita da qualcun altro. Ma questo è un altro discorso.

Quindi quando si deve decidere quando comprare?
Sicuramente dopo che sono state richieste tutte le informazioni necessarie per liberarsi dai dubbi.
E sicuramente dopo che si è paragonato ciò che si è visto con la propria scala di priorità di ciò che si ricerca.

Ma il fattore tempo non sempre è qualcosa di importante nella cosa.
Poi ognuno si prenderà il tempo che ritiene necessario.

Saludos a tottu!.

lunedì 17 ottobre 2011

E se la mia casa non viene completata?

Il mercato delle case in costruzione è un mercato talvolta sconosciuto ai più.
Eppure, nel corso degli anni, moltissimi clienti si sono avvalsi di questa soluzione.
Che presenta moltissimi vantaggi.
In primo luogo la possibilità di dilazionare nel tempo i pagamenti consentendo a molti di comprare qualcosa che altrimenti non potrebbero comprare.
E in secondo luogo concedendo a chi compra la possibilità di apportare all'immobile quelle personalizzazioni che meglio lo possano avvicinare alla propria idea di quello che si cerca.
E ultimo ma non ultimo, la possibilità di risparmiare tanti soldi rispetto all'acquisto di una casa già finita.

Si crea con il costruttore un rapporto molto stretto.
E questo è il vantaggio e questo è lo svantaggio.

La domanda che spesso ci viene posta (ricordiamo che la nostra agenzia vende case in costruzione o completamente sulla carta da più di 10 anni con estremo successo, anche prima dell'entrata in vigore delle nuove normative a tutela degli acquirenti) è:
Ma se la mia casa non viene completata? Che succede?

La risposta è semplice. Essendo la compravendita un contratto, si pone negli accordi per iscritto cosa debba avvenire in quel caso. Nè più e nè meno.
Ma questa domanda, spesso ne nasconde un'altra più subdola ma in ogni caso importante da portare alla superficie e importante da comprendere.
Ovvero "Ma se compro in un cantiere, cosa succede se la mia casa viene finita ma l'intero cantiere no?".
 Questa domanda ha più fondamento di quanto si pensi.
Ma una semplice analisi del cantiere, delle case e del costruttore possono rispondere al quesito.
In primo luogo che tipo di costruttore abbiamo innanzi?
Ma ancora prima, che tipo di agente immobiliare abbiamo innanzi?
Quante case si devono costruire, quale è la dimensione dell'investimento immobiliare.
Quante case sono state già vendute? A quale prezzo rispetto alle medie di mercato si sta vendendo?
Che tipo di case sono e quanto sono del tipo che il mercato cerca nella zona di riferimento.
Le domande sono varie e possono essere riformulate.

E' sicuramente vero che può capitare che si compri una casa e che questa ci venga consegnata nei termini in cui ci si era accordati ma all'atto della consegna può anche essere che qualcosa, all'interno dell'intero complesso di riferimento debba essere ancora sistemato.
Non è la scena ideale però bisogna solo vedere in quale misura si è richiesto che l'impresa costruttrice velocizzi i suoi lavori per venire incontro alle nostre esigenze.

In realtà comprare qualcosa in costruzione non presenta molti problemi e talvolta può essere anche un buon modo per verificare se chi costruisce lo sta facendo a regola d'arte e con tutti i crismi.
Cosa che non sempre è possibile vedere quando si compra un prodotto finito.

Il concetto di base è sempre quello che abbiamo in questo blog.
Laddove si da un compenso professionale all'agente immobiliare, è giusto che si riponga fiducia nel suo servizio per ovviare alle eventuali carenze di valutazione di noi che compriamo.
E se tale fiducia non esiste occorre chiedersi quali siano i motivi che fanno dubitare di ciò.
Se tali motivi siano di tipo irrazionale o provengano dall'esame di qualche fattore oggettivo.

Per ora, saludos a tottu.

sabato 8 ottobre 2011

Acquistare casa come godimento o investimento?

Quando si acquista una seconda casa vi è una domanda fondamentale che chi compra si deve porre.
Partendo dal presupposto che in ogni acquisto immobiliare vi è un mix fra una componente di investimento (si mettono dei soldi in un qualcosa con la speranza che questo ci renda del denaro) e fra una componente di godimento (l'acquisto serve a soddisfare delle necessità proprie o familiari), la domanda da porsi è in quale percentuale questi 2 fattori si miscelano.

Soprattutto nella seconda casa vi possono essere una grande quantità di possibili miscele.
Diversamente dall'acquisto della prima casa, in cui la componente godimento è senza ombra di dubbio sempre molto alta e quasi totalitaria, nella seconda casa possiamo osservare scene molto diverse fra loro.

Abbiamo chi per un verso ha necessità di investire i propri denari in un qualcosa ma non ha la minima affinità per ciò che compra. Non gli interessa che colore possano avere le ceramiche del bagno o le finiture delle pareti. Costui osserva la casa e verifica se l'ha acquistata ad un buon prezzo oppure se è collocata in un punto in cui si prevede una grande rivalutazione.
Oppure, al contrario, abbiamo chi cerca la casa vazanza dei suoi sogni. Che ha un'immagine in mente che intende realizzare e che non guarda a possibilità di investimenti.

Ora questi 2 estremi raramente si presentano ma più spesso abbiamo una presenza delle 2 componenti. Ma ben diverso è l'atteggiamento di chi ha un mix di 20% di investimento e 80% di godimento da chi ha delle percentuali rovesciate.

Identificare a quale categoria di acquirente si appartiene semplifica (e di molto) la ricerca della casa giusta. Anche perchè il tutto si lega sempre a quelle che sono le risorse disponibili.

Ricordiamoci che un pò tutti compriamo una seconda casa per investimento e un pò tutti sappiamo che ne dobbiamo usufruire per le nostre vacanze. Ma se qualcuno ha a disposizione solo 15 giorni per le proprie vacanze, si comprende che la componente di investimento deve essere prevalente con tutte le conseguenze del caso.

Giusto per intenderci, la nostra agenzia ha delle case in vendita in delle località vicine al mare e alle spiagge. Parliamo di distanze di circa 4 km. Questi immobili hanno una grande componente di godimento ma solo per chi ricerca la tranquillità, la vista panoramica e il contatto con il territorio. Per chi cerca la comodità della panetteria sotto casa e della possibilità di recarsi al mare a piedi non sono l'ideale.
Ma questi immobili sono sicuramente un buon investimento per chi guarda al futuro e sa che anche queste zone, ora poco valorizzate come contesto, prenderanno valore nell'arco di un decennio. 
Quindi chi compra, lo fa acquistando qualcosa in un luogo dove non tutto è ancora perfetto e sistemato a dovere. Magari le strade devono essere allargate, i muretti di cinta sistemati e alcuni angoli del luogo ripuliti.
Ecco dove subentra la diversità fra chi investe e chi compra solo per un puro piacere.
A chi dispiacerebbe comprare una casa perfettamente rifinita collocata in una zona in cui ci sono giardinetti, panchine, muretti esteticamente rifiniti, pulizia e ordine?
Ovviamente a nessuno.
Ma quando si compra in queste condizioni, sebbene la soddisfazione personale sia massima, lo si fa alle massime condizioni di quel mercato perchè si giunge quando molti altri ci hanno lavorato dietro, con i loro rispettivi guadagni.
Quando si compra in una zona della città finita, rivalutata, piena di servizi, lo si fa "tenendo i piedi al caldo" ovvero con una scena immobiliare presente e per cui è facile emettere un giudizio.
Qualcuno prima di noi ha dovuto investire e credere in quella scena che ora è realtà.
E costui, se lo ha fatto, lo ha fatto in vista di un profitto.

Spero che questo articolo sia stato utile.
Salodos a tottu

mercoledì 5 ottobre 2011

Comprare casa con l'aiuto di un'agenzia immobiliare

Quando qualcuno decide di comprare casa (che sia una casa per viverci tutto l'anno o per passarci le vacanze o per un eventualmente investimento), oggi, si accede il computer, si va su un motore di ricerca o su un sito di annuci e si comincia a cercare.
Si inseriscono le caratteristiche di ciò che cerchiamo et voilà, saltano fuori le varie soluzioni.

Poi, leggendo fra le righe, ci si accorge che la maggior parte degli annunci (soprattutto nei portali specializzati in annunci immobiliari in cui le inserzioni sono a pagamento) sono stati posti da un'agenzia immobiliare.
E ricordando il manzoniano Don Abbondio nella sua celebre frase, non possiamo che dire "Agenzia Immobiliare, chi è costei?"

Insomma diciamolo chiaramente: tutti vorrebbero fare a meno dell'agenzia immobiliare. Chi vende e chi compra.
Diciamolocelo con tranquillità: fin troppo spesso non si capisce quale sia il ruolo di un'agenzia immobiliare. Anzi la si percepisce sempre come un fattore estraneo alla compravendita che perdipiù ha un suo costo (spesso non indifferente).
Non serve a niente e per di più costa. Questo il rozzo riassunto del pensiero medio di chi compra casa nei riguardi dell'agenzia immobiliare di turno (e spesso anche di chi vende).

Ma è proprio vero questo?
La risposta è decisamente NO! 
Un'agenzia immobiliare è una struttura che fornisce servizi di vario tipo e il cui valore è indiscutibile. Ovviamente questo non significa che TUTTE le agenzie immobiliari svolgano a pieno la loro funzione o che lo facciano con la dovuta etica e professionalità. Ma questo è un discorso leggermente diverso rispetto al dare un giudizio generale sull'istituzione della mediazione immobiliare in se.

Quali servizi da un'agenzia immobiliare ad un potenziale acquirente?
1) L'agenzia immobiliare promuove gli immobili di cui cura la vendita in modo professionale. Porta ad ampia conoscenza l'esistenza di un immobile che altrimenti verrebbe promosso solo con il classico cartello di vendesi sul cancello o sulla finestra. I costi promozionali al giorno d'oggi sono ampi e sostenibili solo da chi svolge tale funzione in modo professionale.
2) L'agenzia immobiliare sceglie e seleziona gli immobili per il mercato. Un mediatore sa che se un oggetto non ha mercato, il suo lavoro di promozione è inutile. Un'agenzia immobiliare vende qualcosa che sia vendibile anche da un punto di vista di problematiche strutturale o di assenza di pregiudiziali di ogni tipo. Un immobile venduto tramite un'agenzia immobiliare ha sicuramente più garanzie di assenze di vizi di un immobile venduto da un privato.
3) L'agenzia immobiliare è gestita da professionisti e conosce le regole edilizie del mercato di riferimento. Può offrire una vasta consulenza al cliente potenziale per chiarigli le idee su quanto egli sta cercando. Non sempre le persone hanno un'idea chiara di quale tipo di immobile possa soddisfare i loro desideri. E le idee di chi compra sono spesso non perfettamente aderenti al mercato o basate su punti di vista eccessivamente soggettivi o di parti terze che non hanno riscontro con la realtà.
4) L'agenzia immobiliare segue il compratore assistendolo nelle vicende emotive di un acquisto. E' un punto di appoggio che lavora a fianco del cliente e non contro. 
5) L'agenzia accompagna il cliente nell'esame di tutta la documentazione che è necessario per comprendere se l'acquisto è un affare o meno.

E questa è solo un breve ed elementare elemento.
Quindi, quando l'affare si conclude, l'agenzia non è mai un costo ma un valore aggiunto. E il prezzo della mediazione è recuperato spesso anche nel prezzo finale che il cliente va a pagare.

Se poi vogliamo discutere sul fatto che tutti gli agenti immobiliari svolgano al meglio il loro lavoro e si guadagnino quanto si fanno pagare consegnando il livello di servizio richiesto, è un altro conto.
Ma questo vale per qualsiasi professione e attività commerciale.
O pensate che tutti i commercialisti, avvocati, notai, medici, idraulici, meccanici e via discorrendo si meritano il compenso che a volte viene loro pagato?

Grazie per l'attenzione e 
Saludos a tottu.

lunedì 3 ottobre 2011

Un'estate che non finisce in Sardegna

Si potrebbe pensare che un argomento metereologico non abbia molta attinenza con il comprare e vendere case ma se parliamo di Sardegna e di case vacanze, si comprenderà che invece le 2 cose sono legate a filo doppio.

In Italia vi è il culto del mese di luglio e, soprattutto, del mese di agosto.
E' pur vero che delle abitudini, quando vengono alla luce, sono dure a morire.
Decenni fa, l'italiano medio cominciò a metabolizzare il fatto che le vacanze estive, quelle in cui ti rigeneri staccando dal lavoro e dal solito tran-tran quotidiano, si facessero ad agosto.
Nell'Italia del boom economico, guidato dalle grandi fabbriche della pianura padana, le ferie pagate erano ad agosto. Una convenzione che veniva recepita anche dalle aziende che lavorano nell'indotto. Ovvero se guidevano Fiat, Pirelli, Alfa Romeo e compagnia cantante che senso aveva tenere aperto?
E così anche i commercialisti, e così anche i commercianti che vedevano essere inutile tenere aperto in città svuotate. E pian piano l'abitudine si è diffusa.
E permane anche adesso in cui non c'è più questa ferrera rigidità nelle chiusure aziendali.

Ma si sa, agosto è uno dei mesi con il clima più stabile. Motivi metereologici insomma. Luglio e agosto sono i mesi del caldo, del bel tempo, i mesi in cui è bello andare al mare e godersi tutte le bellezze di una vacanza.


Il 2011 sarà ricordato qui in Sardegna, invece, per aver avuto un'estate incostante e meteologicamente molto vulubile. Un giugno primaverile e un luglio indeciso, hanno condizionato i giochi. Viceversa chi ha scelto settembre per le sue vacanze ha fatto bingo.
Bingo per le temperature (calde di giorno e fresche la notte), bingo per il cielo sereno e poco ventoso per 25 giorni su 30.
Non so se questa sarà una tendenza per i prossimi anni ma occorrerà buttarci un occhi.
Di sicuro la cosa torna utile ha chi ha una casa di proprietà.
Per chi può quindi permettersi di guardare il tempo e venire in Sardegna senza curarsi troppo di cercare un alloggio o di pensare se può permettersi quei giorni di vacanza.

Stare in Sardegna a settembre quest'anno è stato meraviglioso.
Chissà se nei palazzi amministrativi si sono accorti di questo e stanno lavorando per organizzare qualcosa in direzione di dare ancor più servizi a chi viene nei mesi di cosiddetta bassa stagione.
Spesso molto più convenienti e delizioni della cosidetta alta stagione.

Grazie per l'attenzione e
saludos a tottu.
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