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giovedì 28 febbraio 2013

La Sardegna come nuova Svizzera?

Come sempre i mass-media, giornali, tv e quant'altro dimostrano che il loro scopo non è INFORMARE ma DIS-informare.
Non che ci sia della malizia in tutto ciò.
E' semplicemente come è strutturato il sistema.

L'individuo viene bombardato di notizie, sempre più, sempre più, sempre più e in tutto questo marasma viene persa di vista l'informazione importante.
Perchè non tutte le informazioni hanno lo stesso grado di importanza.
Forse qualcuno ha sentito parlare in modo vago di qualcosa che sta accadendo in Sardegna. Ovvero l'istituzione di una zona franca nell'isola.
Ma di cosa stiam parlando esattamente?

Facciamo un passo indietro e citiamo alcuni fatti degli anni passati:

a) Negli anni '90 l'Unione Europea con l'approvazione e pubblicazione di vari regolamenti (il n° 2913 del 1992 e il n° 2454 del 1993) introduce il concetto di "zone franche" ovvero particolari territori con particolari caratteristiche che ne consiglino un diverso trattamento fiscale. I presupporti sono la collocazione extraterritoriale di un territorio rispetto ai confini politici dello stato di riferimento. La questione è strettamente tecnica e volta per lo più a contesti di tipo doganale per il transito delle merci.
b) Nel 1998 lo stato italiano emana un decreto legislativo (il n° 75) che recependo le intenzioni dell'Unione Europea sull'impegno di ogni stato per ridurro il divario economico fra regioni, legifera sull'istituzione reale delle zone Franche in Sardegna con particolare attenzione ai porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Porto Vesme e Arbatax per citare i più importanti.
c) Il trattato di Lisbona, firmato dagli stati europei nel 2007, ribadisce l'impegno dell'Europa a favore delle sue zone economicamente svantaggiate.

Da questi provvedimenti, nasce una discussione politica sulla cosa che in modo molto blando si trascina per anni. Fino a quando lo scorso anno, in maniera quasi imprevedibile, la cosa ha una violenta accelerazione che si concretizza in un provvedimento congiunto di 240 comuni dell'isola a favore dell'applicazione di queste norme teoriche sulla zona franca a tutto il territorio sardo in quanto, in base alle normative, tutto il territorio ha le caratteristiche previste dalla legge per l'applicazione.

Così, il governo regionale recepisce la volontà popolare e il 7 febbraio di quest'anno delibera in modo ufficiale per la creazione di una zona franca includente tutto il terrorio regionale (l'intera Sardegna) a partire dal 24 giugno 2013. La delibera, basandosi sulle norme già emanate e sui poteri speciali dello Statuto Sardo che le conferisce poteri in quanto regione autonoma a statuto speciale, non è una richiesta ma un'affermazione di fatto.
Che viene inoltrata all'Unione Europea nella persona del Presidente della Commissione Europea, lo spagnolo J.M. Barroso, al presidente del parlamento europeo, al Consiglio dei Ministri italiano e alle autorità doganali.

Senza entrare negli aspetti specifici della cosa, l'adozione di questo provvedimento tramuterebbe la Sardegna in una sorta di Svizzera in mezzo al mediterraneo. Ci sarebbe l'abolizione delle accise sui carburanti e la sparizione dell'iva. Con tutte le conseguenze che si possono immaginare.
La benzina costerebbe poco più di 0,80 centesimi al litro e tutti i prodotti e servizi costerebbero dal 10% al 21% in meno. Biglietti, case in affitto, alberghi, ristoranti.
Certo, è un'ipotesi. Perchè in regime di libero mercato, un imprenditore è libero di mantenere i costi in più e incassare come ulteriore guadagno quel 20% che non si paga allo stato sotto forma di iva.
Ma reputiamo che, vista la situazione generale, la stragrande maggioranza di operatori economici sarebbe ben felice di guadagnare le stesse cifre di oggi facendo risparmiare di botto un 20% al consumatore finale.
Tra l'altro, questo differenziale, darebbe un impulso anche per molte categorie mercelogiche. 
Alcuni prodotti, come i beni di lusso o i prodotti tecnologici di alta fascia, sarebbero così appetibili da giustificare un viaggio in Sardegna per l'acquisto del medesimo.

La regione Sardegna ha inviato la sua delibera alle sedi competenti e si appresta a far valere le sue intenzioni, supportata dai diritti sanciti in normative e leggi, nazionali ed europee.
Staremo a vedere.
In ogni caso, rimandiamo per ulteriori approfondimenti al sito ufficiale della regione:
e di alcuni siti che si dedicano all'argomento:


Attendiamo sviluppi.
Saludos a tottu.


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