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martedì 14 ottobre 2014

Cerchi la casa dei tuoi sogni ma ti propongono cose che non ti piacciono?

Quello che forse non è chiaro nel mercato immobiliare e che, probabilmente, andrebbe definito con cura è il fatto che un'agenzia immobiliare non vende case.
Prima che il lettore sgrani gli occhi e pensi che chi scrive sia impazzito a causa di un non ben identificato virus, definiamo esattamente quale è il prodotto effettivo di un'agenzia immobiliare.

Una agenzia immobiliare non vende case. Non vende beni.
Una agenzia immobiliare vende un servizio. Un servizio rivolto a chi cerca la casa dei suoi sogni.

E questo servizio è l'assistenza e consulenza professionale nei confronti di chi cerca casa.

Purtroppo fin troppe agenzie e agenti hanno essi stesso frainteso il loro stesso lavoro. Limitandosi, spesso se non sempre, a cercare di propinare alla persona interessata di turno alcuni immobili in modo spesso forzato perchè questi erano gli immobili che essi avevano a disposizione.

Ciò perchè il punto di partenza era il "mandato a vendere" da parte di un proprietario o impresa edile nei confronti dell'agenzia. Quindi c'era un immobile da vendere e si cercava qualcuno a cui appioppare questa casa o appartamento.
Ciò ha spesso portato a deviare dallo scopo principale dell'agenzia immobiliare che è un fornitore di servizi piuttosto che un semplice venditore di cose, in questo caso immobili.

Una difficoltà di cerca casa è la perdita di tempo nelle sue visite.
Deve contattare più agenzie, deve comprendere come lavora ogni agenzia, deve cercare di intuire la professionalità e l'affidabilità dell'agente immobiliare con cui entra in contatto.
Inoltre deve visionare case e soluzioni, spesso ben distante da ciò che egli invece cercava.
Non perchè egli sia stato incapace a spiegare ciò che cercava ma perchè le persone con cui parlava cercavano, in un modo o nell'altro di veicolarlo verso il proprio catalogo, spesso forzando la scelta.

Questo modo di operare adesso mostra il fianco alle nuove esigenze e parametri del mercato.

Esiste un altro modo di comprare casa? Si.
Si chiama "Mandato di ricerca". Si entra in contatto con un'agenzia immobiliare seria e professionale. Potrebbe essere, ad esempio la Orizzonte Casa Sardegna.
Si verifica la professionalità e la conoscenza del territorio da parte dell'agenzia.
A questo punto si incontra l'agente e gli si spiega nei dettagli cosa si cerca. Si illustra il budget e si illustrano i fattori importanti. L'agente è al servizio del compratore. Perchè dargli informazioni fuorvianti o incomplete? Non si farebbe altro che complicare o ritardare le cose.

Quanto l'agente ha ben compreso cosa il potenziale compratore cerca, si stila e si firma un "mandato di ricerca". Questo mandato da la possibilità all'agente di muoversi per il territorio alla ricerca della soluzione ottimale.

Adesso l'agente ha:
a) una descrizione esatta di ciò che la persona cerca, incluso i tipi di benessere o soddisfazione che il compratore ricerca e
b) un budget di spesa corredato da molteplici informazioni che gli permettano di capire quando e se un immobile possa essere la soluzione giusta per il proprio cliente da un punto di vista finanziario.

Questo gli consente di cercare nel territorio un immobile. L'agente conosce il territorio e quindi la sua ricerca sarà più facile e più veloce.
Egli ha maggiore potere contrattuale rispetto al cliente. Un agente immobiliare è sempre una fonte potenziale di compratori per chi vende, soprattutto se chi vende è un'impresa edile. Può sempre spuntare condizioni migliori di acquisto.

L'agente inoltre conosce molte informazioni su aspetti legali, catastali e finanziari. E può svolgere la sua opera di tutela nei confronti del proprio cliente.

Se stai cercando casa in zona Budoni o San Teodoro, chiedici maggiori informazioni su questo nuovo modo di approcciarsi al mercato immobiliare.
Chiedere informazioni non ti costa nulla.
Sottoscrivere un mandato di ricerca non ti costa nulla.

E potresti anche trovare la casa dei tuoi sogni, senza fatica.

Saludos a tottu.

lunedì 18 agosto 2014

Stagione estiva 2014 in conclusione in Sardegna

La stagione turistica 2014 in Sardegna raggiunge il picco e comincia ad indirizzarsi verso la conclusione.
Quale l'andamento? Quali i risultati?
E' andata bene o è andata male?

E' presto per fare i conti e sbagliato utilizzare le impressioni personali per descrivere qualcosa di così complesso.
Forse già adesso una singola attività può cominciare a tirare le somme.
Certo, manca ancora un mese circa di possibile periodo buono per accogliere i turisti. Ancor più se ipotizziamo, come sembra, che ci si prospetti un settembre (e forse un ottobre) caldi e asciutti....

Parliamo oggi di questa attenzione sull'andamento della stagione turistica per mostrare, una volta di più e nel caso ce ne fosse ancora bisogno, quanto la gestione delle proprie attività aziendali siano fuori dal controllo dell'imprenditore.

Un imprenditore turistico è pur sempre un imprenditore. E il suo mercato, anche se turistico, è pur sempre un mercato. E funziona come tutti i mercati.
Fin da piccolo sentivo parlare di andamento della stagione turistica, una sorta di grande risultato come il raccolto di un agricoltore. Già ad luglio si cominciava a commentare se ci fossero più o meno turisti.
Che io mi ricordi, mi sembra che dagli anni '80 in poi ogni stagione fosse peggiore di quella precedente. Almeno nelle parole degli operatori o della gente comune. Salvo poche, pochissime voci fuori dal coro.
In realtà le cose non andavano così. Ma non è questo il punto.

Il punto è: perchè un imprenditore, o una categoria di imprenditori deve osservare con ansia l'andamento di una stagione turistica sperando, quasi come un viaggiatore esausto dalla sete che attende la pioggia nel deserto arido, che per quell'anno ci siano più turisti.
Che anche quando arrivano non è detto che tramutino la loro presenza in maggiore propensione alla spesa. E infatti mi ricordo di anni in cui i numeri dicevano più turisti ma gli operatori turistici rispondevano "Però spendono di meno!".

Ritorniamo al concetto. Che si parli di industria, agricoltura, servizi, commercio o turismo, il nodo è sempre quello: sta all'imprenditore studiare le azioni di piccolo, medio e lungo periodo che portano ad un aumento dei fatturati e quindi dei guadagni.

Il problema se in questa stagione turistica vengono o non vengono turisti è molto, molto relativo.
In primo luogo, ogni attività deve cercare di andar bene con i turisti che vengono. Cercando di attuare azioni promozionali tali da far crescere i propri clienti e guadagni.
In secondo luogo, ogni attività deve ricercare soluzioni prima individuali e poi di gruppo (si, di gruppo.... anche se questa parola sembra quasi proibita nell'isola dei Nuraghi!) per aumentare il flusso turistico.
Perchè in un pianeta dove ci sono sempre più persone che necessitano di servizi turistici è incomprensibile pensare che non ci sia la possibilità di avere più turisti.
Giusto per fare un esempio di come potrebbe essere la cosa, facciamo notare che l'aeroporto di Olbia sta cercando solo nel 2015 di poter diventare idoneo a ricevere aerei che facciano le rotte transoceaniche permettendo l'atterraggio di aerei di una certa dimensione. Questo aprirebbe le porte a voli charter prima e di linea dopo direttamente collegati con le nazioni più appetibili da un punto di vista di domanda turistica come i paesi del nord america ma anche del sud-est asiatico....
Possibile che ci siano voluti 35 anni per rendersene conto?
Possibile che ci sia questa lentezza di implementazioni di soluzioni strutturali per il turismo quando da decenni è possibile volare dall'Europa direttamente alle isole caraibiche, alcune delle quali delle dimensioni dell'isola della Maddalena? Perchè li si e qui in Sardegna no?
La risposta sta nella causatività! Nel punto di vista che le cose vanno risolte da se senza aspettare politici di turno o il classico deus ex machina, ovvero il personaggio carismatico che come un dio arriva e sistema tutto.

Sicuramente ci sono cose da cambiare, servizi da migliorare, strutture da creare, gruppi da coordinare e promozione da effettuare.
Questo a vantaggio di chi lo fa e di tutti quanti. Al punto che una persona che promuove la sua attività sta in realtà aiutando tutti. Perchè l'offerta turistica è un meccanismo coordinato.
Per avere finalmente delle stagioni turistiche (ma non solo....) all'altezza della bellezza di questa magnifica terra.
 
Saludos a tottu.

mercoledì 19 febbraio 2014

Quando l'agente immobiliare ha diritto al suo compenso di mediazione.

Il lavoro dell'agente immobiliare è un lavoro che qualcuno ha bistrattato e reso caricaturale. Eppure l'agente immobiliare svolge una funzione che dire fondamentale nell'intera economia è poco.
La sua figura è stata spesso minimizzata e poco valorizzata soprattutto da chi le case le vende. E in particolar modo, all'interno di questa categoria, dalle imprese edili.
E' nella nostra esperienza aver visto l'imprenditore edile che costruisce case fare riflessioni a voce bassa sulla figura dell'intermediario immobiliare. Quasi che esso fosse qualcuno di estraneo al rapporto vendita "costruttore-acquirente". Quasi un imbucato.
Del tipo: "C'è l'agente immobiliare, vediamo di scalzarlo o renderlo inoffensivo quanto prima." Una sorta di suocera di cui liberarsi quanto prima.
Ed ecco quindi un lavoro attento per trovare modi per NON avvalersi della sua figura sfruttandone però i vantaggi possibii da una collaborazione "senza impegno"

In realtà mai come in questi ultimi tempi la figura del venditore deve essere rivalutata e vista in ottica della sua funzione di utilità sociale ancor prima che economica.
Un agente immobiliare è un venditore. Vende immobili. E i venditori sono coloro che creano i presupposti per lo scambio, per gli acquisti e le vendite. E se pensiamo che l'economia è l'insieme di scambi commerciali che avvengono in un'area, vediamo che qualunque venditore è in realtà un creatore di ricchezza.
Non per se. Per TUTTA LA SOCIETA'.
I prodotti e servizi non si vendono da soli. Possiamo pensare che sia così ma non è così.
O se lo è, lo è in minima parte.

Così cade a fagiolo una recente sentenza del Tribunale di Caltanissetta del 18 gennaio corrente anno, in cui si dichiara specificatamente e chiaramente che la provvigione è dovuta all'agente immobiliare anche quando non vi è incarico formale da parte del venditore o acquirente. La sentenza certifica che il compenso all'agente immobiliare è dovuta quando costui mette in relazione un acquirente con un venditore. Se la trattativa si conclude, la provvigione è dovuta.
Anche in assensa di incarico di mediazione.
Per il tribunale, è sufficiente che ci siano dei fatti sostanziali che certificano l'avvenuta intermediazione.

Esempi possono essere:
a) un cliente entra in agenzia e chiede informazioni su uno o più immobili. Esce e conclude la trattativa con il proprietario dell'immobile.
b) un cliente vede l'immobile che poi acquista sul sito di un'agenzia immobiliare.
c) un acquirente conclude la trattativa in un momento successivo all'intermediazione dell'agente, anche quando l'incarico di vendita è concluso.

Ora le situazioni possibili sono tante. Ci potrebbe essere l'intervento di un'altra agenzia e potrebbe essere difficile dimostrare che l'intervento di un agente ci sia veramente stato.
Ma, ad esempio, vendere una casa di un costruttore o proprietario in assenza di incarico formale non toglie il diritto a pretendere la provvigione all'agente. Il venditore non può addurre scuse in tal senso.
E il fatto che egli abbia anche solo fornito delle notizie o le chiavi dell'immobile in vendita all'agente, anche in assenza di incarico formale, ne certifica l'intenzione di usarne i servizi.

La provvigione è quindi sempre un diritto.
Perchè il lavoro dell'agente immobiliare è veramente importante.
E ce ne accorgiamo soprattutto adesso, in cui si nota che ben pochi che si fregiano del titolo di agenti immobiliari sanno fare bene il loro lavoro. Ma questo è un altro discorso.

Saludos a tottu.

venerdì 7 febbraio 2014

Avere soldi liquidi in banca o avere una casa?

Questo è il dilemma massimo di quasi qualunque investitore o acquirente immobiliare.

Abbiamo già toccato questo argomento in questo post (http://comprarecase.blogspot.it/2013/09/gli-italiani-non-sono-cosi-fedeli.html) in cui si andava un pò a oscurare il mito che vuole l'italiano un grande estimatore dell'investimento nel mattone.

Si evinceva da questo studio che non fosse così alta (rispetto ad altri paesi europei) l'attitudine all'investimento immobiliare.

Quindi rigorse l'annoso problema se sia meglio tenere i soldi in banca, se puntare su varie forme di investimento finanziario o comprare immobili.

Alcuni famosi guru della finanza, tra cui citiamo il conosciutissimo Alfio Bardolla, dichiarano che "investire in immobili è il miglior modo per diventare finanziariamente libero".

Ora, citiamo la cosa perchè ci preme evidenziare il punto e non perchè necessariamente condividiamo al 100% tutte le teorie e le informazioni di questi esperti di investimenti finanziari.

Il concetto tra l'altro va anche portato ad un'analisi più profonda perchè occorre distinguere bene tra i vari tipi di acquisto immobiliare. E distinguere fra le motivazioni che portano ad un acquisto immobiliare. Che non sempre (anche nel caso di acquisto di seconde case) sono dettate da soli motivi di investimento o speculativi.

In ogni caso la nostra posizione, più come consulenti finanziari che come semplici consulenti immobiliari, è che qualsiasi investimento in realtà concrete e tangibili è da preferire a priori e in senso generale rispetto a qualsiasi investimento su prodotti prettamente e meramente finanziari. E quindi intangibili e spesso di difficile comprensione della loro reale natura.

Non troppo tempo fa è scoppiato il caso Madoff. Che non è altro che un caso che possiamo prendere a paradigma (esempio generale) di ciò che diciamo. Madoff è stato per molti anni presidente del Nasdaq, ovvero del listino dei titoli tecnologici della borsa degli USA. Un posto estremamente importante e rispettato. Si è guadagnato la fiducia degli investitori con il prestigio del nome e della competenza. E non parliamo ovviamente di investitori da 4 soldi, ma di grandi banche e corporazioni finanziari dai capitali planetari. Adesso molte di esse nicchiano sull'ammettere di aver investito nelle proposte di Madoff ma banche come HSBC, BBVA, Royal Bank of Scotland e le nostre Unicredit e Banco Popolare hanno candidamente ammesso il loro coinvolgemento e le loro perdite.
Il succo del discorso è che Madoff prometteva guadagni su investimenti inesistinti che, come la più classica delle catene di Sant'Antonio, provenivano semplicemente dai capitali dei nuovi investori, in un giro che poteva continuare all'infinito. La cosa curiosa e sulla quale vogliamo soffermarci e per cui tiriamo in ballo questa storia, è che questi investimenti erano delle opere di ingegneria finanziaria talmente ben congeniate che neppure grandi professionisti del mercato finanziario si sono avveduti dell'inconsistenza degli stessi investimenti.
Così quando tu vai in banca e ti propongono di investire in fondi di varia natura o in titoli o panieri di investimenti diversificati, non sai realtmente cosa quei soldi stanno andando a comprare.
E, per quanto questa sia un'estrema semplificazione che ha ovviamente i suoi limiti, alla fine non parliamo altro che di investimenti che consistono in scommesse.
Semplifichiamo all'estremo, ovviamente. Ma alla fine il succo del discorso è questo.
Acquistare delle azioni di una grande società ci porta solo a scommettere se queste azioni saliranno o scenderanno. Non ci interessa minimamente diventare degli effettivi soci di una società per azioni.

Ora il dilemma se conviene o meno comprare una casa non può essere risolto con queste riflessioni.
Si compra un'altra casa anche per diletto, per coronare un sogno, per porre le basi ad una vita familiare in un'altra zona o regione.
Ma chiedersi se un'investimento finanziario sia meglio di acquistare un immobile, ci spinge, IN LINEA GENERALE ovviamente, a prediligere la concretezza.
E l'italiano ha ancora margini di miglioramento.
Soprattutto considerando che moltissimi stranieri stanno venendo ora in Italia a fare "spesa":
E che, secondo noi, il fenomeno è solo agli inizi. Perchè quando l'ondata cinese e dell'estremo oriente (l'indonesiano Tohir si è già comprato una società calcistica storica come l'Inter di Milano!!!!) arriverà veramente in Italia, si compreranno anche i garage.
E probabilmente noi andremo in affitto da loro.

Saludos a tottu.

martedì 21 gennaio 2014

Anno nuovo, vita nuova.

L'inverno in Sardegna, si sa, porta pace e tranquillità.
Porta momenti di pace dinnanzi ad un caminetto a legna in cui ardono i ciocchetti di leccio con il loro tipico aroma ligneo.
Porta momenti di visita ai parenti mentre fuori tira il vento freddo.
La Sardegna non è ovviamente solo estate, spiagge e calore.
Ovviamente.

Per noi che in questi anni ci siamo adoperati per offrire alle persone la possibilità di venire in Sardegna e abitarci il più possibile, sono concetti scontati. Ma nella vita forse è utile non dare mai niente per scontato.
Arriva il 2014. Arriva il nuovo anno.
Mai come in questi ultimi mesi si è parlato di case, immobiliari e acquisti fatti o mancati.
Si è parlato tantissimo (forse troppo e a sproposito) di nuove tasse e della casa come ennesimo modo per tartassare gli italiani.
In effetti non ci si può sottrarre ad argomentazione che trattino di fiscalità.
Ma forse stiamo uccidendo il sogno. E in questa società che sembra diventare sempre più razionale e analitica, mi sa tanto che la direzione tracciata è verso una super-frenesia-isterica-pazzoide-priva di controllo.
Che paradosso!
Ma forse la cosa ha una sua logica interna.

Venendo all'andamento generale, noi del blog ci siamo sempre esposti con chiarezza su quali potessero essere le dinamiche di questo mercato. Con gli opportuni distinguo.
Perchè non si può eguagliare il mercato delle case di lusso, a quello delle prime case per giovani coppie, a quello del mercato vacanze, a quello delle villette a schiera in Sardegna, a quello dei casolari di montagna o dei casali in Toscana.
Ci sono differenze. E quando si fa un ragionamento generale è sempre opportuno porle in rilievo.

Nonostante gli intenti bellicosi di questo governo assurdo (qualcuno mi scuserà se mi espongo in maniera così evidentemente da un punto di vista politico ma in Italia dall'entrata del governo tecnico Monti stiamo rasentando il ridicolo in termini di lungimiranza, coerenza ideologica e pianificazione politica), la casa tornerà ancor più al centro dei desideri degli italiani.
Il 2014 è un anno in cui si segna la fine della discesa dei prezzi e l'inversione di tendenza.
Lo leggiamo anche sul sole 24 ore.

I motivi sono stati discussi e discussi più volte.
Ci torneremo in una nuova unità di tempo.
Per adesso
Saludos a tottu.

mercoledì 23 ottobre 2013

La discesa dei prezzi è finita? Forse si.

Se qualcuno legge il nostro blog, può verificare quanto da noi certificato in tempi non sospetti. Nessuno ha la presunzione di sapere quando e come le tendenze dei prezzi di un mercato andranno esattamente in questo o quell'altro punto.
Ma abbiamo seguito sempre una serie di analisi di medio periodo e, visionando le serie storiche dell'andamento del mercato immobiliare, non abbiamo fatto altro che illustrare che una fine del lungo ciclo di assestamento di questo mercato sarebbe presto comparso all'orizzonte per lasciare poi lentamente spazio ad una piccola ma inesorabile crescita.
Il nostro orizzonte temporale era situato nel 2014 e ora più di prima lo ribadiamo.

Alcuni segnali sono decisivi in questo senso. In un precedente post parlavano di "grip" della discesa dei prezzi. Ovvero i prezzi scendono fino ad un punto in cui l'appetibilità delle offerte comincia a far "presa" o grip, appunto, sulle scelte di spesa dei potenziali acquirenti.

Quando la discesa dei prezzi comincia a fare "grip", il calo della discesa dei prezzi è alle porte. E la ripresa dei prezzi, dopo una leggera fase di studio o di stallo, prevedibile.

Ecco alcune disamine che ci mostrano tramite indagini statistiche sui prezzi o la percezione dei proprietari delle case, come (forse) avevamo proprio centrato nel segno.
Ecco infatti il sito ww.idealista.it, prestigioso portale immobiliare.

Oppure altri 2 articoli (fra i tanti) in alcuni altre testate e blog:

Quindi il tempo conveniente per comprare è passato?
Manco per niente. Forse il meglio è proprio adesso, nella finestra che va da questa estate alla prossima in cui i prezzi toccheranno i loro minimi per poi cominciare a risalire nei mesi primaverili del 2015 dopo un periodo statico che durerà da metà 2014 a fine 2014/primi 2015.

Quindi buoni acquisti e 
Saludos a tottu.

lunedì 16 settembre 2013

Gli italiani non sono così fedeli all'investimento immobiliare

Alcune volte si inseguono le leggende.
Si dice da anni che gli italiani amino il mattone.
Noi, che spesso mettiamo in dubbio i luoghi comuni che di veritiero hanno spesso ben poco, non siamo mai stati convinti di questo fattore.
Vuoi perchè parliamo di investimenti immobiliari con molti italiani da molti anni e le perplessità e risposte vaghe e approssimative ai nostri input sono fonte di grande perplessità.

Sta di fatto che adesso sembrerebbe che questo "amore per il mattone" sia smentito anche da una ricerca di Eurostat, ovvero il centro di ricerche statistiche di Eurolandia.
Il grafico pubblicato sembra non lasciare ombra a dubbi:

Ovvero l'Italia si colloca ben lontano dalla cima della classifica con un misero 73% di italiani proprietari di abitazioni.
Davanti agli italiani moltissimi paesi, in particolare della zone est Europa come Romania e Lituania. Ma ci sopravanzano anche nazioni come la Grecia, il Portogallo e la Spagna. Dietro di noi le altre grandi d'Europa la cui poca propensione all'acquisto immobiliare era nota.
Cosa possiamo trarre da questo grafico?

In primo luogo che gli italiani non sono così innamorati del mattone e che non è vero che investono tutti o quasi tutti i denari in loro possesso negli immobili.
E in secondo luogo che gli italiani gradiscono anche altre forme di investimento. Come gli altri paesi avanzati. Ad esempio la Germania mostra che solo il 53% della popolazione ha proprietà immobiliari. Il che non significa che i tedeschi siano poveri, come ben sappiamo.

In ogni caso ci sono margini di miglioramento.
E se qualcuno può aver detto che gli italiani avevano tutti una casa, appare evidente che non sia così.
Così come, escludendo dalla statistica coloro che acquistano solo come prima casa, non è molto alta neppure la percentuale di possessori di seconde case.

Saludos a tottu.
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